Fluxes. Puntata 10.

🎧 Dopo Veleno Pablo Trincia si sposta su Audible e pubblica Buio. Un’altra serie audio da lui scritta e registrata. Peccato aver terminato da poco la prova gratuita, ma ho voluto dare nuova chance ai podcast e agli audiolibri per riempire il mio commuting mattutino. Ho “mangiato” le prime 4 puntate in un paio di giorni, le nuove arriveranno a febbraio. La capacità di Trincia nel raccontare storie apparentemente comuni e renderle appetibili al pubblico attraverso la voce dei protagonisti stessi è una lente d’ingrandimento sulla cronaca con un approccio a metà tra il giornalismo e il rotocalco. Ma a me prende, e forse lo storytelling, di cui tanto ci riempiamo la bocca, ci piace proprio per questo. Il voyeurismo di aprire la finestra sulla vita di qualcuno, cercando di comprenderne le emozioni invece dei soli fatti.📲 Dopo oltre un anno stamattina il mio telefono ha deciso di spiccare il volo verso l’asfalto. La “santa” pellicola protettiva dello schermo ha svolto il suo compito al meglio. All’Apple Store hanno tirato fuori una nuova diavoleria, invece di coprire solo fino ai bordi dove i pixel sono visibili, la nuova pellicola copre tutto lo schermo (e finalmente direi) con comodi 15 euro aggiuntivi in più, per un totale di 49 euro per un pezzo di plastica. Il marketing degli accessori palliativi ha salvato Apple, altroché.😏 Se mai vi capiterà di sposarvi, fatevi scrivere nero su bianco qualsiasi dettaglio un fornitore millanta di vendervi, o di essere in grado di fare. Dopo che avete firmato tutto il resto non conta. Per chi si è già sposato, invece, sa bene di cosa parlo. Certo potevate dirmelo prima.🍕Nonostante l’insaziabile voglia di pizza di quest’oggi a pranzo tutte le pizzerie del circondario, 4 su 4, hanno deciso non fosse il caso di risponderci al telefono. Congiura oppure il destino che ci dice di smetterla con i carboidrati? O semplicemente c’è uno sciopero dei pizzaioli e non lo sapevamo?

Zombie e zombetti

La grande (falsa) bellezza

La scorsa settimana parlavo con il personal trainer che mi sta seguendo per rinforzare al meglio il ginocchio operato. Non so molto di lui, ma mi sembra sia lì dentro da una vita, conosce tutti e con un occhiata capisce i personaggi e la fauna che popolano la palestra.Mi raccontava di come solo 5/6 anni fa ad allenarsi ci fossero solo uomini, per lo più dopo il 20 anni. Mentre da qualche anno sono le ragazzine a prenderla d’assalto, con un’età sempre più bassa. Fin qui nulla di male per carità, anzi invidio il loro tempo libero per potersi allenare e curare il proprio corpo.Ha aggiunto poi un suo commento personale. Giusto o sbagliato, raccontava di come molte siano lì perché debbano inseguire un modello, una forma ideale vista sui social network, in particolare instagram. Un traguardo da raggiungere per poter essere accettate dalla società.Mi ha dato molto da riflrettere, e ho unito questa conversazione con un articolo letto su The Vision:

Instagram ci sta inculcando l’idea che la nostra esistenza sia una performance continua, in cui dobbiamo misurarci costantemente con le aspettative del nostro seguito. Persone comuni vivono come se fossero supermodelle e celebrità con infinite disponibilità di denaro, sempre pronte a mostrare abiti nuovi e interessi aggiornatissimi e, soprattutto, a farsi fotografare in qualsiasi situazione. E anche la loro faccia si sta conformando a questo modello.

Ebbene, senza nemmeno aver finito l’articolo ho deciso di smettere di seguire falsi idoli, o persone irraggiungibili, professioniste della falsità e concentrarmi soltanto su persone reali, aziende di cui condivido i valori, realtà artistiche, tecnologiche e sportive vicine ai miei gusti.E in effetti, l’articolo chiude proprio così:

Un modo per uscire dal loop infernale della Instagram Face è costruire un feed “migliore”. Eliminare dai following chiunque ci faccia provare invidia o sentimenti negativi e cominciare a seguire più persone normali, che fanno cose normali e hanno un aspetto normale. Secondo The Atlantic, l’ Instagram look è in declino tra le giovanissime: nessuno ha più voglia di post studiati con settimane d’anticipo, di rigide palette cromatiche, di foto scattate solo ad alcune ore del giorno per beccare la luce giusta.

Oggi le influencer più giovani sono scanzonate, autoironiche, irriverenti. Forse quella delle foto brutte sarà solo l’ennesima moda di Instagram, ma perlomeno possiamo sperare che saranno molte meno le donne che si sentiranno obbligate a rispondere a un ideale estetico che non ha niente a che vedere con la normalità.

Dentista e codice

Ieri sera sono andato dal dentista. Ho scoperto di chiudere troppo forte i denti durante la notte. Dovrò mettere un bite, perciò mi ha preso le impronte e presto arriverà un nuovo compagno di gomma per sfogarci dentro tutta la mia forza mascellare.Così come ogni altra volta in cui mi sono seduto su quella poltrona, mi sono sempre domandato se anche a tutti voi facessero così schifo quelle cartine argentate che utilizza per comprendere se la chiusura mandibolare sia corretta e dove il dente superiore poggi rispetto a quello inferiore.È di un gusto metallico improponibile. E ogni volta mi chiedo come non siano ancora riusciti ad inventare un’alternativa al gusto menta, chessò al cocco e rhum. Qualcosa di esotico. Quasi sicuramente dovrai sentire male, almeno qualche forma di sollievo sarebbe gradita.Tant’è, mentre lui faceva le sue cose nella mia bocca, guardavo fisso il controsoffitto fatto a cassettoni, quelli rimovibili, dove all’interno di solito nei film ci nascondono i soldi, ma poi quando arriva il momento di ritrovarli chissà perché qualcuno se li è portati via. E li ho iniziato a scambiare le righe verticali di quei pannelli con il codice sorgente di Matrix, immaginandomi in realtà fosse quello del mio blog e la difficoltà a cui dovrei andare incontro per trasferirlo altrove.I miei test continuano, ma ho come il presentimento di non muovermi da qui tanto presto.

Fluxes. Puntata 9

Fluxes. Puntata 8.

+ Con ieri abbiamo chiuso i boccaporti. Per un bel po’ penso non faremo o participeremo a cene conviviali. Mi spiace, ma qui c’è da entrare in un vestito e se andiamo avanti così dobbiamo andare dal dottor Nowzaradan di “Vite al limite”.+ Ieri sera abbiamo visto un’altra stella cadente, così dal nulla, ok il cielo terso, ma due nel giro di 5 giorni, in dicembre. Boh. Poi dici il cambiamento climatico…p.s. ieri abbiamo addirittura sentito il ticchettio di un picchio in centro paese.+ Non me ne vogliate, so di averne condivisa una pochi giorni fa, ma proprio a me le playlist con le meglio canzoni dell’anno o peggio del decennio mi vanno troppo strette. Utilizzo le app di streaming forse in maniera compulsiva, sono sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo e poche volte riascolto vecchi album per intero. Non so, mi sembra di rileggere continuamente lo stesso libro, quando in giro ce ne sono milioni da scoprire. La sensazione è quella, forse è per questo che mi manca Rdio così tanto.+ Ah, sì. Buon 2020.

Ventiventi

Gli anni mi sembrano scivolare tra le dita come acqua e sapone. Questi 12 mesi sono stati un lampo durati una frazione di secondo durante la quale è successo di tutto. Tanti ricordi da custodire che ho paura di perdermene qualcuno.364 giorni fa ho iniziato un esperimento, non tanto una sfida, ma più capire se fossi riuscito a postare almeno una cosa al giorno. A condividere non tanto per il gusto di farlo, quanto perché avessi effettivamente qualcosa da dire. Ce l’ho fatta, e devo ammettere essere stato difficile. Non tanto perché non ci fosse nulla da dire, ma perché spesso non sono stato in grado di ritagliarmi il tempo necessario per farlo.Tant’è non è passato un giorno senza riuscire a pubblicare. Il che mi fa estremamente piacere, ma dall’altra parte mi pone di fronte alla necessaria decisione di rinunciare a farlo nel 2020. Il perché è molto semplice, quest’anno formerò ufficialmente una famiglia sposandomi con l’amore della mia vita e come spesso si sente dire organizzare un matrimonio non è cosa da poco. È estremamente divertente, ma se non dedichi il tempo dovuto, come ogni cosa, non può finire bene.Perciò farò il possibile, ma non prometto nulla. Odio i buoni propositi e non credo di aver mai fatto una lista in vita mia, nel 2020 però voglio ripromettermi di leggere più libri e finire tutti i videogiochi che ho in ballo. E siccome il tempo è limitato, per l’appunto, rinuncerò a qualche post in favore di altro. Qui trovate le precedenti edizioni: 2018, 2017, 2016, 2015, 2014, 2013

Quest’anno ho volutamente riposato poco. Ho tante ferie arretrate, ma che potrò utilizzare nel 2020 per un paio di mete decisamente meritevoli.Qualche indizio?… No non posso. Lo scoprirete tra qualche mese.

Fluxes. Puntata 7

Fluxes. Puntata 6

Xbox Serie X. La prossima Xbox

Con una mossa un po’ a sorpresa Microsoft ha annunciato la sua prossima console attraverso questo trailer durante la serata dei Game Awards.Una mossa d’anticipo, come una mossa di una partita di scacchi che si rispetti. L’attacco è la miglior difesa si dice, speriamo possa essere così anche per il futuro di Xbox.Personalmente amo questo design monolitico, molto pulito e asettico, difficilmente adattabile alla stragrande maggioranza dei mobili casalinghi italiani, ma Microsoft ha già confermato la possibilità di utilizzarla anche da sdraiata.Le promesse sono molte e importanti:

From a technical standpoint, this will manifest as world-class visuals in 4K at 60FPS, with possibility of up to 120FPS, including support for Variable Refresh Rate (VRR), and 8K capability. Powered by our custom-designed processor leveraging the latest Zen 2 and next generation RDNA architecture from our partners at AMD, Xbox Series X will deliver hardware accelerated ray tracing and a new level of performance never before seen in a console. Additionally, our patented Variable Rate Shading (VRS) technology will allow developers to get even more out of the Xbox Series X GPU and our next-generation SSD will virtually eliminate load times and bring players into their gaming worlds faster than ever before.

We are minimizing latency by leveraging technology such as Auto Low Latency Mode (ALLM) and giving developers new functionality like Dynamic Latency Input (DLI) to make Xbox Series X the most responsive console ever. Xbox Series X is also designed for a future in the cloud, with unique capabilities built into the hardware and software to make it as easy as possible to bring great games to both console and elsewhere. Xbox Series X will deliver a level of fidelity and immersion unlike anything that’s been achieved in previous console generations.

La novità più importante di tutte, al di là di una potenza computazionale di 4 volte superiore all’attuale Xbox One X è la presenza di un SSD, così da dimezzare praticamente i tempi di caricamento. Da approfondire le poche righe sul cloud e in cosa si traducano, anche se in parte già lo sappiamo attraverso il lancio di Project xCloud.Bene la retrocompatibilità su tutte e 3 le generazioni precedenti. Benissimo il mantenere il gamepad uguale a se stesso senza snaturarne l’anima ergonomica, ma aggiungendo solo un tasto sharing.Ok, ad oggi è sono un manifesto muscolare di una potenza ancora inespressa e che mi auguro non si limiti soltanto a un mero “aggiornamento” grafico nella direzione del fotorealismo. Ma c’è un punto davvero incomprensibile, e per me leggermente insopportabile: la scelta del naming.Xbox Serie X complica nella mente del gamer la riconoscibilità. Ok è una Xbox, ma perché non darle un nome differente dalle precedenti? La presenza della parola “Series”, poi, lascia presagire la possibilità di differenti modelli immessi sul mercato?Di certo si poteva fare di più sotto questo aspetto.In attesa di conferme, ma c’è ancora un anno di tempo prima che arrivi sul mercato.

Written by Andrea Contino since 2009