Spotify, il brutto anatroccolo

Polvere. Il caso Marta Russo diventa un podcast

Meritevole di attenzione e di essere ascoltato.

Sono alla quarta puntata di questo podcast firmato HuffingtonPost e realizzato dalle giornaliste Chiara Lalli e Cecilia Sala.

Avevo 14 anni nel 1997 e ricordo solo gli strascichi mediatici di una faccenda che al tempo sentivo lontanissima dal mio mondo. Polvere ripercorre con perizia gli avvenimenti cercando di mettere insieme le tessere di un puzzle complicatissimo fatto di apparenti testimonianze forzate, false dichiarazioni e dei colpevoli che all’apparenza non sembrano tali.

Un podcast che potrebbe anche diventare una serie tv:

L’anno di lavoro che Chiara Lalli e Cecilia Sala hanno investito nelle 8 puntate si sente. hanno ritrovato protagonisti e co-protagonisti di quella vicenda. Hanno scavato sui social e poi negli archivi dei giornali, hanno usato le registrazioni degli interrogatori e dei processi. Una ricostruzione, la loro, che come un film o una serie ha un chiaro punto di vista e che nel raccontare gli eventi organizza la narrazione usando stratagemmi e soluzioni di racconto che non sono lontane da quelle della serializzazione. E riportare quella storia, quelle persone e quell’epoca alla ribalta, di nuovo al centro dell’immaginario collettivo, aumentando la sete di conoscenza ora che sono passati anni è la miglior base per convincere dei produttori a far partire un progetto di adattamento.

Certo l’impostazione del podcast è e rimane giornalistica, tuttavia questa grande storia fatta di difficoltà di indagini, deviazioni su personaggi che sembrano marginali, che racconta la facilità con cui qualcosa possa andare storto e si basa sul segreto di tantissimo cinema criminale, ovvero quanto sia labile il confine tra innocenza e condanna, come chiunque possa finire imputato e forse anche condannato suo malgrado, davvero dà l’impressione di richiedere solo un altro piccolo passo verso lo storytelling per essere adattata

Dopo Veleno, un’altra produzione italiana da non perdere.

★★★☆

[embed]https://open.spotify.com/show/4zbcWbXZFKnJJt6b8jXqaE?si=vLRSg6QOSqaJKIy93JyJvw\[/embed]

Che sonno!

Apple Watch è stato lanciato nel 2015.Solo dopo 5 anni finalmente, con l’aggiornamento a WatchOS 7, è arrivato il monitoraggio del sonno. Complice anche un nuovo materasso Tempur ho voluto fare qualche test di una settimana per capire come funzionasse l’app e quale fosse la reale utilità di questa misurazione.Al di là della funzione sveglia con vibrazione e suoni differenti tra cui scegliere, l’app Sonno non dice praticamente nulla di più se non le ore effettive dormite.Facendone una media settimanale e una mensile.Fine. Non c’è nessun’informazione utile per adattare meglio le proprie abitudini, né se il sonno è stato leggero o pesante.Mi domando cosa ci fosse di tanto complicato per dover attendere 5 anni nell’introdurre questa funzione quando i competitor l’hanno da tempo immemore con tra l’altro un set enorme di informazioni da cui pescare.Apple, è proprio il caso di dirlo, stai dormendo.

A new life

Finalmente.È la prima parola che mi balza in testa a ripensare a queste ultime settimane.Un po’ per scaramanzia, visto che abbiamo dovuto già rimandarlo, un po’ perché c’erano veramente tantissime cose da preparare, ho trascurato il blog. Ho scordato di celebrarne gli 11 anni di attività, di scrivere di Xbox Series X|S e di Playstation 5, del mio fantastico addio al celibato, di queste due settimane settembrine in Sardegna per la nostra quasi luna di miele, ma tant’è mi serviva tutto il tempo del mondo per dedicarmi a ciò che conta davvero.E sì, insomma, l’ 11 settembre ci siamo sposati. Come volevamo, una grande festa, con gli amici più cari. Contro il COVID-19, contro il meteo avverso, contro le piccole difficoltà di organizzazione.Qui sotto c’è un piccolo foto racconto della giornata.Ps. Una faccenda estremamenteimportante durante un matrimonio, così come durante qualsiasi evento di intrattenimento, è la musica. La musica va scelta, selezionata accuratamente, potrebbe essere quel piccolo elemento chiave in grado di svoltare la serata. Noi ci abbiamo impiegato un bel po’ di mesi per costruire la nostra personale playlist. In realtà sono tante playlist divise per i vari momenti della celebrazione, ma per comodità le unite tutte in una sola e la trovate qui: contz.co/weddingsoundtrack

Ci tengo particolarmente, quindi fatemi sapere che ne pensate.

Il tuo posto nel mondo

Quanto scrive Ev Williams, CEO di Medium, nel suo ultimo post è molto vero, molto poco applicabile a una piattaforma come Medium purtroppo.

Another form of relational media on the web is blogging — especially in the early days. One of the things I loved about blogging back then — and that people enjoy about writing newsletters today — is the feeling that you’re publishing to a relatively consistent group of people who care what you have to say. Even if it’s a small group. This lets you write with more freedom and confidence. You build context and trust over time. Your success is less dependent on your latest headline and more on delivering on the trust your readers have given you by showing up. Do so reliably and that readership grows, like a great show (via word of mouth/tweet, or, in the old days, blogrolls).

Also, a blog is a place. It’s a virtual place, but, conceptually, you go there. This sense of place adds to the context, the relationship, you build with a blogger over time. We called them home pages. Welcome to my home on the internet, here are my latest thoughts. Here’s more about me.

RSS provided a mechanism to subscribe, which created continuity (and efficiency). A weakness of RSS, though, IMO is that it doesn’t carry the visual design of a blog. That, and not seeing the URL in your browser, reduced the sense of place.

As a blogger, because the space is yours — you’re not pushing yourself into a feed or an inbox — there’s a lot of freedom. Similar, perhaps, to the freedom that one has posting to an IG story versus the feed (without the ephemerality).

In primis, non si può parlare di pubblico o nicchia in un luogo dove concettualmente si dovrebbe andare per trovare pubblico, ma in realtà la piattaforma dà visibilità soltanto ai post più letti o alle pubblicazioni maggiormente seguite, lasciando poco spazio a chi magari ha qualcosa davvero di interessante da dire, ma non riesce ad avere l’attenzione che merita.La seconda forte distonia è la lamentela sulla grafica RSS quando poi Medium rilascia la funzionalità di Newsletter. Per carità, interessante e forse la vera evoluzione presa dai blog in questi ultimi anni. Purtroppo però anche le newsletter hanno una personalizzazione altamente limitata.Tutto il resto è più che condivisibile.Evviva.

Sintesi di una vacanza

Appena iniziata, ma che racchiude già in questa immagine tutta la sua sintesi. Noi due che cerchiamo di insegnare al nostro cane che l’acqua non è da temere, ma è rinfrescante e ci si può anche giocare dentro, ma per lei rimane kriptonite.Mi sono stupito anche oggi di come l’acqua in Liguria sia nettamente migliorata, sarà che sono oltre 10 anni che non venivo più in riviera eppure non mi manca il mare sardo, qui a Pietra Ligure l’acqua è cristallina, al netto di qualche pelo galleggiante.Sì perché qui ci sono ben due spiagge per cani, altro elemento di cui stupirsi.Avete visto? Alla fine non mi lamento soltanto, ho già iniziato il secondo libro in due giorni e piano piano mi sto acclimatando al quel rumore di sottofondo che si confonde con il silenzio, giusto per citare il libro di Massimo Mantellini.E ora, sotto con la caccia del miglior forno della zona, focaccia mia aspettami! P.s. Se ne avete in mente qualcuna da consigliare, i commenti sotto sono sempre a disposizione…

Prova a starmi lontano

Non parlarmi, se puoi, di Covid-19

I blogger e il dialogo

Un post da leggere, su plus1gmt

[…] Ci sono quelli dalla personalità così extralarge che non ne basterebbero due, di domini, a contenere tutto quello che scrivono. Ci sono quelli che trasudano autorevolezza in dosi omeopatiche. Una pillola e poi qualche giorno di tempo affinché il principio attivo sia rilasciato in lungo e in largo sull’Internet. Massimo rendimento con il minimo sforzo. Beati loro.

Ci sono poi quelli che sono gli strumenti a essere cambiati. I canali. Come tutti i mestieri anche questo si trasforma velocemente, considerando che ogni stagione c’è un nuovo social che impone di ripensare il modo in cui distribuire i contenuti. Ci sono quelli che se ne fottono e scrivono e basta, convinti che la letteratura sia una questione di allenamento proprio come quelle app che ti spuntavano dal nulla in pieno lockdown per spiegarti come si poteva rimanere in forma su un tappetino di gomma di un metro quadrato.

Ci sono per fortuna anche quelli che offrono un servizio utile, avvisandoci di cose vere e dimostrate e rilanciando notizie altrettanto autorevoli di blogger come loro. Questi ultimi dovreste leggere, ma sono sicuro che lo fate già. Io ne seguo alcuni e, di questi tempi in cui anche i quotidiani sembrano allentare la morsa sulla verità, imparare i fatti da punti di vista meno istituzionali può risultare decisivo. […]

Consumi mediali estivi

📚 Sto progressivamente abbandonando l’utilizzo dell’iPad prima di chiudere gli occhi e addormentarmi. Il motivo principale è proprio perché non riesco a prendere sonno. Ormai soltanto leggendo qualche riga su Kindle riesco a cadere in catalessi senza dover ricorrere alla melatonina.A tal proposito, vi consiglio Spigole di Tito Faraci di cui ho letto qualche decina di pagine, sembra molto divertente e stilisticamente graffiante. Non vedo l’ora di procedere con la lettura. Prima di partire per le ferie magari vi lascio qualche consiglio di lettura estivo.📼E visto che siamo in vena di consigli su come passare il tempo libero vi consiglio anche la serie tv Workin’ Moms. Produzione canadese, leggera e con tanto humour, affronta i problemi quotidiani dei neo-genitori che cercano di affrontare la vita nel migliore dei modi.🎥 A proposito, unendo i due argomenti, ieri sera, mentre cercavo di prendere sonno finendo le ultime pagine di Dieci splendidi oggetti morti di Massimo, accompagnato da una leggera brezza origliavo la conviviale cena all’aperto dei vicini della palazzina di fronte. Sembravano dentro un film di Paolo Genovese e pur non comprendendo appieno l’oggetto delle loro discussioni avevo la sensazione conversassero sui piccoli problemi della vita facendoli apparire come fisica nucleare applicata alla cibo appena consumato.Non so dire bene se li ho invidiati, vedendomi tra qualche anno a fare la stessa cosa, oppure se ho cercato di ricacciare nella mia mente quella fotografia serale dicendo a me stesso che non desidero realmente una situazione simile a quella. Una cosa è certa, avrei voluto avere a disposizione una telecamera e riprendere tutto, forse avrei vinto qualche premio a Venezia o Cannes.

Written by Andrea Contino since 2009